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L’incisione nella grafica d’arte

Questa pagina è dedicata ai miei lavori realizzati con le quattro tecniche dell’incisione: la xilografia, la calcografia, la serigrafia e la litografia. Ho sperimentato queste tecniche mentre frequentavo l’Accademia di Belle Arti di Roma. Tecniche molto interessanti da scoprire, con le quali si ottengono effetti veramente eccezionali che si possono ottenere solo attraverso il loro uso. Buona visione e grazie!

 

Le quattro tecniche dell’incisione nella grafica d’arte

La grafica nasce in Occidente nel XV secolo dall’esigenza di produrre più esemplari di una stessa immagine. Infatti, in quel periodo, la società si sta sviluppando e una nuova classe mercantile e borghese, che dispone di mezzi economici, elabora esigenze culturali più o meno numerose. La stampa dei libri subisce così una forte evoluzione. Attraverso la lavorazione di una matrice, la si incide manualmente al fine di poter essere utilizzata per trasportare l’immagine su un foglio attraverso l’uso di un torchio. E’ proprio in quel periodo che si sviluppano le tecniche dell’incisione.

 

La xilografia

La xilografia, incisione in rilievo (cioè togliendo la parte che non deve stampare) su una matrice di legno, è una delle tecniche più antiche al mondo. Infatti, le prime immagini a stampa risalgono al VI secolo, in Cina. Esse rappresentano soprattutto motivi ornamentali su stoffe o altro materiale. Questa tecnica di incisione fu probabilmente importata in Europa attraverso le carte da gioco che gli Arabi portarono sicuramente con loro quando invasero La Sicilia. L’uso della xilografia fu intenso soprattutto dopo la nascita della carta che permise una grande produzione di libri, di immagini sacre e di carte da gioco.

 

La calcografia

All’inizio del XVI secolo, affianco alla xilografia nasce la calcografia, tecnica che utilizza il metallo, principalmente rame e zinco. A differenza della xilografia, tecnica con la quale si stampa l’immagine in rilievo, la calcografia viene lavorata in incavo, cioè scavando la lastra metallo ( il più delle volte rame e zinco) il disegno da stampare. Quando l’incisore lavora direttamente sulla lastra si parla di tecnica diretta. L’incisione a bulino, prevede appunto l’utilizzo del bulino, strumento a punta triangolare molto affilata; oppure si parla di punta secca, quando lo strumento a punta si limita a scalfire e spostare. Invece le tecniche indirette prevedono l’uso di acidi per incidere la matrice e di vernici per impedire all’acido la morsura del metallo.

 

 

La serigrafia

La serigrafia o stampa serigrafica è una tecnica di stampa di tipo permeografico che oggi utilizza come matrice un tessuto di poliestere, teso su un riquadro in legno o metallo definito “telaio serigrafico”. Il 1910 è considerato l’anno di nascita di questa tecnica. Non è una vera e propria tecnica dell’incisione ma viene comunque inserita nelle tecniche della grafica d’arte. Il termine “serigrafia” deriva dal latino “sericum” (“seta”) e dal greco “γράφειν” (“gràphein“, “scrivere”). I primi tessuti che fungevano da supporto per la serigrafia erano di seta. La permeografia si basa su un processo di impermeabilizzazione (coprendo, attraverso l’uso di vernici, la zona che non ci interessa stampare) di ben delimitate zone del tessuto di stampa, in modo da consentire all’inchiostro (posto sopra al tessuto) di passare attraverso la zona lasciata libera e passare sulla superficie (per esempio carta, tessuto ecc…), posta sotto il quadro serigrafico.

La litografia

La litografia è una tecnica di stampa chimico-fisica delle immagini il cui procedimento è basato sull’utilizzo di una matrice di pietra calcarea piana: le parti stampanti, cioè il disegno realizzato con materiale grasso (matite, inchiostri…), e quelle non stampanti (la pietra che non deve essere toccata da qualsiasi materiale grasso durante la realizzazione del disegno) sono poste sullo stesso piano. Dopo una lunga preparazione della pietra con il carborundum, la si lascia asciugare e si comincia il disegno. In qualche modo può essere chiamata tecnica dell’incisione perché, prima di stampare il disegno, la pietra viene preparata. Infatti, essa “subisce” un passaggio di leggera acidificazione con acido nitrico, gomma arabica acidificata e acqua (nella giusta dose sennò anche il disegno potrebbe subire danni) causando una “morsura” alla pietra e mettendo così il disegn leggermente in rilievo. Senza entrare troppo nei dettagli, nel procedimento di stampa si inchiostra la matrice con un apposito rullo. La pietra, che deve essere sempre bagnata durante l’inchiostrazione, respinge l’inchiostro del rullo là dove non c’è il disegno, invece, l’inchiostro aderisce là dove ci sono parti grasse, cioè dov’è presente il disegno. Questa tecnica viene inventata nel 1796 dall’austriaco Alois Senefelder utilizzando una pietra proveniente dalle cave di Solnhofen, cittadina nelle vicinanze di Monaco di Baviera. Dopo una moltitudine di studi e prove, la litografia comincia ad essere utilizzata già nel 1806 e conosce subito una rapida diffusione. In effetti, nel 1818 apriranno a Parigi 5 litografie e nel 1831 si parla di 59 stabilimenti.

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